La vendetta della città del sale

Il treno da Marktl a Monaco impiega poco meno di un paio d’ore. In sua attesa, nella piccola stazione bavarese, cucino 6 wurstel che saranno la mia cena. Sul treno approfitto della presenza di un ragazzo di Monaco per farmi consigliare i più economici ostelli della città. Mi indica due zone nei pressi della stazione e poi chiaccheriamo di biciclette, ciclofficine, viaggi e bambini. Sta per diventare padre e gli si legge la gioia negli occhi.
A Monaco la ricerca di una stanza dove dormire è più difficile del previsto: gli ostelli sono tutti pieni e dopo l’offerta di una camera a 105 euro la seconda occasione è di 44 euro. Comunque troppo. Decido di ripartire l’indomani mattina. Passeró la notte in stazione.
La notte è lunga e le stazioni sono spesso popolate da gente bislacca. Penso, non senza una punta di invidia, ai compagni di viaggio che ho abbandonato: saranno accampati alla bell’e meglio su qualche prato, certo meglio di quel che sto passando io.
Poi partire, ma per andare dove? Torno a Milano? Così, improvviso, metto fine al viaggio? Ma poi ci saranno treni? Qui anche per le bici bisogna prenotare il posto e i treni che vanno verso l’Italia ai primi ai Agosto rischio che siano tutti pieni. Consulto le macchinette ed acquisto un biglietto per le 7:30 del mattino con destinazione Bolzano: non ho voglia di tornare subito a casa e so che la valle dell’Adige è tutta ciclabile. Quindi trovo una panchina, lego la bici e dormo qualche ora.
Mi sveglio verso le 5 di mattina. La stazione è già un brulicare di persone. Fuori accenna l’alba. Non posso andarmene da Monaco senza aver fatto almeno un giro così salto in sella alla bici e vago senza metà per due ore, salutando l’alba.
Scopro una città bellissima, carica di monumenti, piazze, palazzi e architetture particolari. Sono evidenti i fasti ottocenteschi, la retorica nazista, le tracce lasciate dalle olimpiadi del ’72 e il tutto è affiancato con grazia da architetture moderne: vetro, statue di arte moderna, strutture in acciaio. Nuovi fasti, nuove retoriche, lo sforzo (a prima vista riuscito) di essere sempre al passo coi tempi. Visito anche due parchi: ordinati, curati, molto belli. C’è gente che fa jogging alle 6:30 del mattino.
Mentre mi perdo per la città, si sta svolgendo silenziosa la vendetta di Salisburgo, città delle miniere di sale, che avevo promesso di visitare ma poi ho saltato. Ma andiamo con ordine.
Ovviamente, il treno che avevo addocchiato delle 7:30 del mattino non fa trasporto bici. Nel frattempo la biglietteria ha aperto e posso cercare un’alternativa: i treni sono, come temevo, tutti pieni ma cambiando 4 regionali posso essere a Bolzano per le due del pomeriggio. Così, alle 8:15 prendo il primo treno. Cambio a Rosenthaim, Kufstain e poi al Brennero. A Kufstain decido di fare colazione e tiro fuori il sacco delle provviste. E l’amara vendetta si compie: un pomodoro, pressato e sbattuto da due giorni, è marcito. Il suo liquido purulento è uscito da in buco del sacchetto e si è riversato sul cartone del sale. Il sale, così bagnato e compatto, ha sfondato il sacchetto di carta delle provviste e si è riversato sui vestiti puliti!! Ora sanno tutti di pomodoro marcio e sale. Fantastico.
Sul treno dal Brennero a Bolzano mi addormento e mi sveglio a Terlano. Bolzano è circa 10 o 15 km alle mie spalle.
Sono stanco di stare sui treni, è ora di pedalare!
Seguo i binari del treno fino s Bolzano, lungo strade ciclabili che si perdono fra le coltivazioni della zona. Da Bolzano a Trento si segue il fiume di nuovo su pista ciclabile. È il terzo fiume di questa vacanza dopo il Danubio e l’Inn. A fine giornata avrò percorso la bellezza di 82 km.
A Trento arrivo poco prima delle 7 di sera. Ho un’amica che vive qui e che so essere in vacanza ma la chiamo lo stesso nella speranza che possa trovarmi in posto per dormire da qualche suo amico. Le cose vanno meglio di quel che pensassi: lei è in vacanza ma non il suo coinquilino! Quindi sarò suo ospite per una notte. Dopo giorni di tenda e sacco a pelo il divano sarà in baldacchino!

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